Disobedience Archive

(the zoetrope)

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Maria Galindo e Mujeres Creando

Revoluciòn Puta, 2023

51’40’’ Color/sound

N°22

“Hai mai sentito parlare una puttana?”
(Revoluciòn Puta)

Revolution Puta è sia un manifesto politico che una poesia visiva. Il film è il risultato di vent’anni di “lotta a fianco delle prostitute e dei diversi gruppi attivi per l’autogestione del lavoro sessuale, senza padroni o magnaccia”. Il tema sociale attraversa tutta la riflessione permeando la proposta estetica: le donne povere parlano a partire dalla loro coscienza di classe, senza abbellire o edulcorare la povertà. Il film è infatti il luogo della “parola in prima persona”, con la narrazione diretta dei protagonisti, i membri delle organizzazioni OMESPRO La Paz e OMESPRO Santa Cruz (Organización de Mujeres en situación de prostitución). Il linguaggio cinematografico adottato da Galindo è eterodosso, difficile da classificare e inaccettabile per i custodi di un gusto cinematografico europeizzante e colonizzato, anche grazie alla posizione anticonformista e anarchica che si riflette nella sua opera. Il film è strutturato in quattro cortometraggi tematici: La conoscenza della puttana, La puttana e il lavoro, La puttana e lo Stato e Testamento. Nonostante essi siano tessuti in un lungometraggio, ciascuno mantiene la propria struttura indipendente. In questi tempi di mutazione in cui le immagini appartengono contemporaneamente a spazi linguistici diversi, Revoluciòn Puta non è stato prodotto per “festival cinematografici”, ma per immaginari sociali. Può essere proiettato nelle stanze, ma anche in luoghi improvvisati, nelle aule, nei dibattiti. Ha la vocazione e la versatilità per invadere tutti i tipi di spazi tranne la rete perché su quest’ultima il video verrebbe immediatamente censurato da una cultura reazionaria e patriarcale.

“Ha senso realizzare una produzione cinematografica nel Ventunesimo secolo che non sia supportata dai social network? Che immagini estreme può veicolare una discutibile produzione audiovisiva su Facebook, dove si trovano tutto l’odio e tutta la violenza? Forse per lo stesso motivo è interessante, avvincente e inquietante aver prodotto una poetica visiva che non possa essere fagocitata dalle reti. Puoi vederlo ovunque, tranne che sul tuo cellulare.”
(Revoluciòn Puta)

María Galindo (1964, La Paz, Bolivia) è scrittrice, attivista, artista e membro di Mujeres Creando, un movimento femminista-anarchico autonomo creato nel 1992 a La Paz. Ha pubblicato diversi libri, scrive articoli e saggi su media accademici e indipendenti pubblicati in vari paesi del mondo. È editorialista da dieci anni per il quotidiano boliviano Página Siete e conduce un programma radiofonico su Radio Deseo, l’emittente radiofonica del collettivo Mujeres Creando. Ha esposto e condiviso le sue opere alla Biennale di San Paolo, al Museo Nazionale Reina Sofía di Madrid, a documenta14 a Kassel e ad Atene, alla Haus der Kulturen der Welt a Berlino, al Centro Culturale Metropolitano di Quito e al Centre Pompidou di Parigi. È stata respinta da molti musei e gallerie della Bolivia, oltre ad essere stata perseguitata, insultata e arrestata fino a raggiungere un record nazionale di intimidazione sociale e politica.

Mujeres Creando è un movimento femminista-anarchico che si dedica alla realizzazione di azioni creative per strada; i graffiti, che si possono trovare in varie città della Bolivia, sono una delle forme. Il gruppo è formato da donne di diversa estrazione che considerano la creatività uno strumento di lotta e partecipazione sociale.

(Alessia Riva)
Gender Disobedience