Ursula Biemann
Sahara Chronicle, 2006-2009
N°13
Parte del più ampio progetto The Maghreb Connection, sulla politica di mobilità e contenimento dei flussi migratori nel Maghreb, l’antologia di dodici video-narrazioni Sahara Chronicle è realizzata tra il 2006 e il 2009, a partire dai numerosi viaggi compiuti dall’artista tra i principali punti di sosta della rete migratoria trans-sahariana di Marocco, Niger, Mauritania e Ciad. Si tratta di un film-saggio che racconta la migrazione come un’esperienza collettiva nella sua dimensione sistemica, che si focalizza da un lato sui tentativi fatti da diverse autorità per contenere e gestire questi movimenti, dall’altro sul racconto delle modalità di spostamento attraverso il Sahara e della lotta per l’autonomia migratoria. Gli spostamenti hanno infatti generato prolifiche reti operative, sistemi di informazione, sostegno e organizzazione tra i migranti e interazioni con le popolazioni locali, disegnando una “contro-geografia” che si situa attraverso pratiche dissidenti, spesso semi o totalmente illegali. Nella visione di Biemann gli spazi di frontiera sono così considerati spazi eterotipi, aree di transizione che vivono di un tempo di attesa, di un tempo differito; aree non imbrigliate dalle logiche culturali conosciute, ma che invece operano attraverso altre regole.
Sahara Chroniclemette in luce quanto la politica migratoria in Africa sia cambiata in direzione della progressiva riduzione della libertà di movimento tra i confini. Gli accordi di cooperazione con l’UE hanno delegato agli Stati del Maghreb (Marocco, Algeria, Tunisia e Libia) la gestione dei movimenti trans-sahariani, esternalizzando il controllo delle frontiere a Paesi in cui il flusso di persone era libero da decenni. L’obbligo del visto per i viaggiatori che entrano nel Maghreb da sud rende ora illegale l’attraversamento di un territorio che la maggior parte delle persone considerava la propria legittima zona di mobilità.
Ursula Biemann (Zurigo, Svizzera, 1955) è un’artista, ricercatrice e curatrice di fama internazionale. Si è occupata di questioni legate alla migrazione, alla mobilità e alla tecnologia della sorveglianza. Recentemente ha lavorato sulla genderizzazione del lavoro migrante, dal contrabbando al confine tra Spagna e Marocco alle lavoratrici sessuali migranti nel contesto globalizzato. I suoi video-saggi collegano vedute macro e micro, spaziando da un piano teorico di ampio respiro alla prospettiva specifica delle pratiche politiche e culturali sul campo. Ha esposto in mostre personali al MAMAC (Nizza) e al Centre culturel suisse (Parigi), al Neuer Berliner Kunstverein n.b.k., al Bildmuseet Umea in Svezia, al Nikolaj Contemporary Art (Copenhagen), all’Helmhaus (Zurigo) e al Lentos Museum (Linz). Il suo lavoro è stato esposto anche a livello internazionale in grandi mostre presso l’Arnolfini (Bristol), la Tapies Foundation (Barcellona), il Museo di Belle Arti di Berna, il LACE (Los Angeles), il KIASMA (Helsinki), il San Francisco Art Institute, il Jeu de Paume (Parigi), lo Steirischer Herbst (Graz), il Kunstverein di Amburgo e molti altri. Inoltre, l’artista ha partecipato alle Biennali internazionali d’arte di San Paolo, Gwangju, Shanghai, Taipei, Shardjah, Liverpool, Bamako, Istanbul, Montreal, Venezia, Salonicco e Siviglia.
Part of the larger project The Maghreb Connection, on the policy of mobility and containment of migration flows in the Maghreb, the anthology of 12 video-narratives Sahara Chronicle, made between 2006 and 2009, was realized during the artist’s countless journeys between the main stopping points of the trans-Saharan migratory network of Morocco, Niger, and Mauritania. It is a film-essay that narrates migration as a collective experience in its systemic dimension, focusing on one hand on the attempts made by different authorities to contain and manage these movements, and on the other hand on the story of how people move across the Sahara and the struggle for migratory autonomy. These movements have generated prolific operational networks, systems of information and social organization among migrants and interactions with local populations. The film presents the migration system as a set of pivotal sites, each of which has a particular function in the struggle for migratory autonomy, as well as in the attempts made by different authorities to contain and manage these movements.
Sahara Chronicle highlights how migration policy in Africa has changed in the direction of progressively reducing freedom of movement between borders. Cooperation agreements with the EU have delegated the management of trans-Saharan movements to the Maghreb states (Morocco, Algeria, Tunisia, and Libya), outsourcing border control to countries where the flow of people had been free for decades. The visa requirement for travelers entering the Maghreb from the south now makes it illegal to cross a territory that most people considered their legitimate area of mobility.
Ursula Biemann (Zurich, Switzerland, 1955) is an internationally renowned artist, theorist and curator whose work has been concerned with issues of migration, mobility, and surveillance technologies. She has recently focused on the gendered dimension of migrant labour from smuggling on the Spanish-Moroccan border to migrant sex workers in the global context. Her experimental video essays connect a theoretical macro level with the micro perspective on political and cultural practices on the ground. The artist had solo exhibitions at MAMAC (Nice) and the Centre culturel suisse (Paris), Neuer Berliner Kunstverein n.b.k., Bildmuseet Umea in Sweden, Nikolaj Contemporary Art (Copenhagen), Helmhaus (Zurich), and Lentos Museum (Linz). Her work also contributes internationally to major exhibitions at the Arnolfini (Bristol); Tapies Foundation (Barcelona); Museum of Fine Arts (Bern); LACE (Los Angeles), KIASMA (Helsinki), San Francisco Art Institute; Jeu de Paume (Paris), Steirischer Herbst (Graz), Kunstverein Hamburg and many others; In addition, the artist has participated in the International Art Biennials in Sao Paulo, Gwangju, Shanghai, Taipei, Shardjah, Liverpool, Bamako, Istanbul, Montreal, Venice, Thessaloniki and Sevilla.