Disobedience Archive

(the zoetrope)

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Maria Kourkouta e Niki Giannari

Spectres are haunting Europe, 2016

99’00’’ video HD e 16mm Color/b&w/sound

N°10

Specters Are Haunting Europe osserva la vita quotidiana di migliaia di sfollati (soprattutto siriani, curdi, pakistani e afghani) nel campo profughi di Idomeni, in Grecia, al confine con la Macedonia. Le persone fanno la fila per il cibo, il tè e per una visita medica; aspettano di attraversare il confine e di lasciare la Grecia. Un giorno, la Commissione europea decide di chiudere la cosiddetta rotta dei Balcani occidentali e più di 15 mila persone si trovano bloccate sul lato greco del confine greco-macedone. I “residenti” di Idomeni decidono, a loro volta, di occupare le linee ferroviarie, bloccando i treni che trasportano merci attraverso il confine. I rifugiati creano una barriera umana in protesta alla disumana chiusura del confine, utilizzando i loro corpi come semplice mezzo di resistenza in una svolta inaspettata delle politiche di gestione dei flussi che usano la restrizione del movimento fisico – l'arresto letterale dei corpi – come forma di sottomissione.

Il film è un'accusa contro la fine dell'idea di Europa e contro l'ex sinistra internazionalista che legittima l'abiezione della chiusura delle frontiere. Si sviluppa come una sorta di “spettrologia del confine”, dove lo sguardo cinematografico crea forme di continuità nella discontinuità, tra il presente e il passato, tra la nuova “Fortezza Europa” e gli spettri della storia. Girate in bianco e nero e con una telecamera 16mm alla fine del film, le immagini dal campo profughi ricordano i documentari del passato sui campi di concentramento.

Anche i treni diventano ricordi dei “treni dimenticati” – un simbolo centrale delle deportazioni di massa nazionalsocialiste. Tuttavia, il film e il suo titolo sono anche un riferimento alla ben nota prima frase del Manifesto comunista, che rivela gli obiettivi effettivi del comunismo: non una vaga minaccia che perseguita tutti, ma una minaccia per coloro che detengono il potere e per un sistema che sostiene il potere gerarchico e l'ineguaglianza economica. Un potere contro i poteri dell'oppressione. Gli spettri dei migranti possono essere visti in modo simile e la loro comparsa può essere considerata una forza politica: per i lavoratori questo potere è lo sciopero, per i migranti a Idomeni è stato il blocco dei treni dove le ruote del sistema si sono fermate, almeno per un momento.

Maria Kourkouta (Grecia, 1982) vive e lavora a Parigi. È regista, montatrice e produttrice. Dopo il suo cortometraggio Return To Aeolus Street (2014, Premio Arte per il miglior cortometraggio europeo al Oberhausen Film Festival), Spectres Are Haunting Europe (Miglior documentario internazionale al Film Festival di Jihlava) è il suo primo lungometraggio. È stata membro attivo dei laboratori cinematografici artistici francesi L’Etna e L’Abominable per più di dieci.

Niki Giannari (Grecia, 1968) vive e lavora ad Atene. È scrittrice e ha principalmente pubblicato racconti e poesie in prosa, ed è attivista in un gruppo che lavora nell’assistenza ai rifugiati. In relazione al documentario Spectres Are Haunting Europe, ha scritto una poesia inclusa nel libro Pasar, cueste lo que cueste (Shangrila, 2018) insieme a un saggio di Georges Didi-Huberman. Prendendo come punto di partenza la situazione dei rifugiati che arrivano in Europa, questo libro discute concetti come l’apolidia, il “migrante” e il “rifugiato”.

Specters Are Haunting Europe observes the daily life of thousands of displaced people (mainly Syrians, Kurds, Pakistanis, and Afghans) in the Idomeni refugee camp in Greece, on the border with Macedonia. People are waiting in line for food, tea, and medical care; waiting to cross the border and to leave Greece. When the European Commission decided “to close the so-called West Balkans route”, “more than 15,000 people found themselves stuck on the Greek side of the Greek-Macedonian border”. As a consequence, the “residents” of Idomeni decided to occupy the train tracks, blocking the trains that carry goods across the border. The refugees create a human barrier in protest against the inhumane closure of the border, using their bodies as a means of resistance in an unexpected reversal of border politics which use the restriction of physical movement, the literal arresting of bodies as a form of submission.

Spectres Are Haunting Europe is an indictment against the end of the idea of Europe and against the ex-internationalist left that legitimizes the abjection of closing borders. The film develops a sort of “spectrology of the border”, where the cinematic gaze creates forms of continuity in the discontinuity, between the present and the past, between the new Fortress Europe and specters of history. By turning to black and white and a 16mm camera at the film's end, the images from the refugee camp become reminiscent of past documentaries about concentration camps. The trains also become memories of “forgotten trains” – a central symbol of the National-Socialist mass deportations. However, the film and its title are also a reference to the well-known first sentence of the Communist Manifesto, in which the aim of the Manifesto is to reveal the actual aims of communism – not as a vague threat haunting everyone, but as a threat to those in power and to a system upholding hierarchical power and economic inequality. A power against the powers of oppression. The specters of migrants can be seen in a similar way and their appearance can be considered a political force: for the workers, this power is the strike, for the migrants in Idomeni, it was the blockade of the trains where the wheels of the system stop, for a moment at least.

Maria Kourkouta (Greece, 1982) lives and works in Paris. Kourkouta is a filmmaker, editor, and producer. After her short film Return To Aeolus Street (2014, Arte Prize for Best European short film at Oberhausen Film Festival), Spectres Are Haunting Europe (Best international documentary at Jihlava’s Film Festival) is her first feature film. She has been an active member of the French artist-run film laboratories L’Etna and L’Abominable for more than ten years.

Niki Giannari (Greece, 1968) lives and works in Athens. She is a writer who has mainly published stories and prose poems, and she is an activist with a group that works to assist refugees. In relation to the documentary Spectres Are Haunting Europe, she has also written a poem which is included in the book Pasar, cueste lo que cueste (Shangrila, 2018) together with an essay by Georges Didi-Huberman. Taking the situation of refugees who arrive in Europe as its starting point, this book discusses concepts such as statelessness, migrant, and refugee.